ROVIGO – Per il responsabile del settore Cultura del circolo cittadino del Partito democrati, guidato dal segretario Francesco Gennaro, “Rovigo sia capoluogo del Polesine e città di riferimento del Basso Veneto anche dal punto di vista culturale”.
Andrea Patergnani, fa proprie alcune risultanze del dibattito che da qualche tempo si sta sviluppando a livello cittadino e lancia una serie di proposte per una Rovigo che, forte del suo patrimonio culturale, diventi realmente attrattiva non solo per i suoi cittadini, ma anche per un turismo che non sia soltanto “mordi e fuggi”.
“A Rovigo si organizzano da tempo bellissime mostre temporanee a Palazzo Roverella e anche al Roncale, ma purtroppo, come dice il nome stesso, sono appunto temporanee e attirano visitatori altrettanto temporanei, che spesso vedono la mostra e ripartono subito dopo per andare in qualche città vicina senza soffermarsi ulteriormente sul nostro territorio. Ma la colpa non è dei turisti, ma di questa Città che non sa comunicare le sue bellezze e le sue peculiarità.
Un ragionamento sulla cultura rodigina non può non partire dalla principale e più antica istituzione culturale cittadina, l’Accademia dei Concordi che, purtroppo, al di là della sua meritevole attività di Biblioteca e di promozione culturale, vede la sua la ricca e preziosa collezione di opere pittoriche, oltre quattrocento dipinti acquisiti con lasciti nel corso dei secoli dall’Accademia, dal Comune e dal Seminario, con opere, tra gli altri, di Giovanni Bellini, Tintoretto, Tiepolo, per arrivare al grande rodigino Mario Cavaglieri, relegata “in soffitta” e per niente visibile, godibile, fruibile se non per una ventina scarsa di quadri, anzitutto dai cittadini di Rovigo, che ne sarebbero i reali proprietari, e poi dai turisti, per i quali una così considerevole quadreria, adeguatamente organizzata e pubblicizzata, costituirebbe un fortissimo polo di attrazione. E’ assolutamente necessario che l’Amministrazione comunale avvii con l’Accademia e la Fondazione Cassa di Risparmio un’azione volta a ripristinare la Pinacoteca, anche individuando e adeguando ulteriori locali dove poterla esporre” afferma Patergnani.
“La Pinacoteca poi dovrebbe essere gestita in coordinamento con l’altra importante istituzione culturale cittadina, il Museo dei Grandi Fiumi, che a sua volta andrebbe completato, rivitalizzato e reso attraente. In primo luogo, prendendo come base di riferimento il piatto di Xanto Avelli acquisito anni fa dal Museo, per creare un’esposizione multimediale permanente della vita e delle opere di questo grande ceramista rodigino del Rinascimento, in modo che il visitatore possa virtualmente viaggiare in tutti i musei del mondo che detengono le sue opere. Poi una sezione del Museo dedicata al 900 polesano, pittori e scultori del territorio a partire da Mario Cavaglieri, alle cui opere dovrebbe essere dedicata una esposizione permanente e caratterizzante, in modo da legare indissolubilmente la sua figura alla Città, “Mario Cavaglieri il Pittore di Rovigo”. Senza dimenticare la Secessione italiana, il Fronte Nuovo delle Arti di cui fondatore fu il critico d’arte lendinarese Giuseppe Marchiori. E ancora una sezione museale cinematografica che racconti l’ampia filmografia ispirata e ambientata a Rovigo, nel Polesine, nel Delta, con la possibilità di proiettare spezzoni di film e la narrazione della loro genesi e del montaggio. Certo è necessaria una importante operazione di acquisizioni e di prestiti, ma già alcuni importanti collezionisti si sono resi disponibili, e tutto questo ragionamento non può partire se non dalla politica.
Non possiamo infine tralasciare un altro grande patrimonio che possediamo, la Rotonda, il Tempio cittadino che costituisce un esempio straordinario di architettura ed è uno scrigno che custodisce tesori che lasciano a bocca aperta i purtroppo pochi visitatori, e i cui segreti non sono ancora stati tutti scoperti. Ebbene questi andrebbero approfonditi e divulgati in maniera da far conoscere a tutto il mondo la loro bellezza e i loro profondo significato. Per non parlare delle altre chiese, del Monastero degli Olivetani, del Castello, del Teatro, del Conservatorio, dell’Università, dei monumenti.
Questi sono solo alcuni spunti per conferire a Rovigo, anche a livello culturale, il ruolo necessario di vero capoluogo del Polesine, rendendo la città nevralgica all’interno dei numerosi percorsi turistico-culturali polesani che altresì vanno potenziati, riorganizzati e pubblicizzati, il percorso devozionale delle abbazie, santuari e chiese, il percorso dell’architettura civile con castelli, ville e palazzi così particolari perché peculiari di un territorio che, non solo geograficamente, ma storicamente e culturalmente, è stato ed è ponte tra Venezia e Ferrara, il percorso paesaggistico ambientale con la destra Adige, la sinistra Po e il Parco del Delta. E per ultimo ma non ultimo, il percorso enogastronomico, a partire dai prodotti della nostra terra e dalle originali elaborazioni culinarie che sono nostre tipiche ed esclusive, e che potrebbero attrarre numerosi visitatori invogliati così a scoprire le bellezze del Polesine e poi avere anche un motivo per ritornare.
Per cominciare a realizzare tutto questo bisogna che la politica svolga effettivamente il suo ruolo di proposta, di indirizzo e di attuazione, facendosi interprete delle potenzialità di Rovigo e creando la rete delle competenze in grado di governare la crescita e lo sviluppo del territorio” conclude il responsabile del settore cultura del Pd di Rovigo.