VENEZIA – Novità in arrivo dalla Regione sul fronte nautico. Laura Cestari ha depositato infatti una mozione con cui si intende impegnare la giunta presso i Ministeri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e quello delle Finanze, per “sollecitare interventi di competenza in merito a promozione, investimenti, adeguamenti normativi e supporto fiscale in favore dei porti turistici e le società di charter”. Nel testo del documento, si chiede inoltre “sensibilizzazione e coinvolgimento dei Ministeri per la definitiva considerazione delle società di charter nautico quali società di servizi turistici”.
Una piccola, grande rivoluzione quella auspicata dalla consigliera regionale che nella sua analisi parte dalla definizione di “Italia, pontile nel Mediterraneo, forte di un patrimonio artistico, enogastronomico e culturale immenso, con 285 porti e approdi turistici, una dotazione di oltre 162mila posti barca e 2090 accosti oltre che un totale di circa 500 chilometri di vie navigabili interne. Lungo le nostre coste e nei corsi d’acqua – così la Cestari – navigano ogni anno migliaia di persone, con un importante indotto anche se la rilevanza che da sempre è attribuita alle strutture dedicate alla nautica da diporto quale indicatore dello sviluppo del turismo nautico, non è mai stata accompagnata da azioni concrete e specifiche per valorizzare e concretizzarne le potenzialità turistiche”.
D’altro canto, lo sviluppo del settore nautico e della vacanza in barca sembra rispondere a un trend crescente di fruizione fortemente legato a forme di consumo esperienziali, a contatto cioè con la natura e nell’ottica del turismo sostenibile e della “sharing economy”, come testimoniato peraltro da numeri sempre crescenti di soggiorni in navi da crociera ma anche su imbarcazioni da diporto, il cosiddetto charter nautico.
“Bisogna attrarre – incalza la Cestari – visitatori e nuovi utenti verso i porti turistici e le coste italiane e venete, integrando l’offerta con le attività turistiche delle destinazioni e dell’entroterra, riconoscendo nel diportista, ospite del porto, un segmento di clientela per il quale ideare e proporre uno specifico prodotto turistico. Ne consegue che, all’attenzione per la portualità turistica, deve sapersi sostituirsi una progettualità ad hoc per la ‘destinazione turistica portale’, dunque qualificando e differenziando”.
E non è tutto: alla luce delle tante opportunità potenziali che offre oggi il Pnrr, si propone inoltre che il turismo nautico sia considerato vero e proprio segmento turistico a sè, che vengano accelerate le attività di recepimento della figura dei cosiddetti “marina resort”in tutte le legislazioni regionali, fino a una regolamentazione chiara e condivisa alle nuove forme di ricettività turistica di “static charter” o locazione in ormeggio, già molto diffuse all’estero e presenti in Italia come albergo nautico diffuso, house boat o bed & boat.
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