Cgil Rovigo: Il 25 aprile non è una data qualsiasi

Il richiamo del segretario generale di Cgil Rovigo al valore unificante della Resistenza e della liberazione dal nazifascismo affermando il valore del lavoro nel suo significato più profondo, come elemento di emancipazione e libertà stessa

ROVIGO – “Quest’anno, ancor più degli anni scorsi, le celebrazioni del 25 aprile diventano terreno di scontro e divisioni, acuite da alcune gravi dichiarazioni di chi sta ricoprendo importanti incarichi istituzionali e rappresenta lo Stato italiano” afferma Pieralberto Colombo, segretario generale di Cgil Rovigo.

“I valori dell’antifascismo e della Resistenza (che accumunò comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, azionisti, ecc) che sconfissero la dittatura in Italia e consentirono la nascita della democrazia e consentirono a tutti noi di vivere in libertà, devono invece tornare ad essere valori unificanti, senza distinguo o “contro-narrazioni” ed anche per questo è importante continuare a coltivarne con cura la memoria, a partire dalle nuove generazioni.

I padri costituenti non ebbero neppure la necessità di scrivere la parola antifascista perché la nostra Costituzione segnava la netta frattura con la dittatura fascista ed afferma tutt’ora valori e principi colpevolmente negati e soppressi dal fascismo: democrazia contro dittatura, uguaglianza contro ogni discriminazione e la libertà contro l’oppressione.

Per questo tutti i cittadini, politica ed istituzioni in primis, se si riconoscono in tali fondamentali valori non possono che essere anche anti fascisti, senza ambiguità.

Il mondo del lavoro ebbe un ruolo fondamentale nella sconfitta del regime fascista, affermando il valore del lavoro nel suo significato più profondo, come elemento di emancipazione e libertà stessa.

Così come contribuì finalmente alla Pace, altro valore fondamentale che, ancor più oggi in un periodo di guerra (o meglio di guerre) in cui non si parla altro che di armamenti, deve essere la vera priorità per tutti i cittadini e gli Stati.

Tornare a dare valore inclusivo ed unificante ai principi della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’anti fascismo, significa per il sindacato ed i lavoratori anche contribuire a dare piena attuazione concreta a tali valori, compreso quello del lavoro che, non a caso, permea l’intera Carta Costituzionale, non solo nel più conosciuto art. 1.

Ecco perché è decisivo agire per ridurre le tante diseguaglianze socio-economiche ancora esistenti. Nessuno può essere davvero libero e godere dei diritti costituzionali se è oggetto di discriminazioni di qualsiasi natura (di genere, di razza, di religione o altro), se vive in povertà, se non ha un lavoro o è costretto a vivere nella precarietà del lavoro, se non può godere del diritto universale alla salute ed all’istruzione.

Agire quotidianamente per contrastare davvero l’ingiustizia sociale, per affermare l’importanza di un lavoro dignitoso pensiamo sia anche praticare quei valori che celebriamo il 25 aprile” conclude Pieralberto Colombo.

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