Caso Iras: il sindaco Gaffeo indica chi ha remato contro

Da una parte il commissario straordinario Ezio Zanon e la Regione del Veneto nel 2022, dall'altra una parte della maggioranza non ha portato in consiglio comunale la proposta da oltre 7 milioni di euro per l'accordo su Casa Serena con Ater, Ulss, Iras ed il Comune di Rovigo

ROVIGO – La Regione del Veneto è stata formalmente informata della mancata adozione della “loro” proposta di delibera come accordo tra Comune, Iras, Ulss 5 Polesana ed Ater, con 22 voti favorevoli alla bocciatura e 6 astenuti, così come è stata informata della bocciatura per 16 voti contro 13 della seconda proposta di delibera presentata dal capogruppo Lega Michele Aretusini (LEGGI ARTICOLO). Il direttore Giovanni Luca Avanzi mette le mani avanti e rassicura tutti: Iras non chiuderà (LEGGI ARTICOLO), ma si dichiara deluso per la mancata possibilità di ricevere oltre 3 milioni di euro per cominciare a risanare i debiti dell’Ente.

Il sindaco Edoardo Gaffeo sottolinea come la prima delle due delibere bocciate provenisse da un “testo chiuso” elaborato dalla Regione modificando gli accordi che avevano preso insieme in Prefettura, presentato in forma già approvata dalla Regione, e da Ater. La bocciatura da parte del Comune di Rovigo ne ha decretato la “morte” dal punto di vista dell’accordo, ma potrebbe essere ancora la base di un rimaneggiamento per una approvazione futura.

La seconda delibera invece si è presentata con i pareri negativi del segretario generale e del collegio dei revisori, e prevedeva profili che non fornivano garanzie di tutela degli interessi del Comune di Rovigo di cui il sindaco è il legale rappresentante. Non c’è stata nessuna decisione politica, ma semplicemente l’assunzione di responsabilità forte dei consiglieri comunali che hanno votato contro per tutelare il Comune di Rovigo e tutti i cittadini del capoluogo.
Semplicemente la strada proposta dalla delibera non era percorribile, i soldi ci sono, l’ha ribadito anche la dirigente Cittadin, ma non sono erogabili secondo quel modo.

Il sindaco Gaffeo ricorda poi due momenti recenti in cui si poteva chiudere l’accordo “salva Iras” poi entrambi sfumati sul filo di lana e senza motivazioni particolari, quasi a voler far intendere che c’è “qualcuno” che rema contro la possibilità di soluzione del problema che si trascina da anni e che l’amministrazione Gaffeo vorrebbe risolvere.

Se due indizi sono una coincidenza, ma tre sono una prova, Gaffeo parte dal primo, quello di febbraio 2022 per arrivare al secondo di gennaio 2023.

Nel 2022 la Regione disse No a salvare Iras ed a gennaio del 2023 la proposta della giunta comunale, corredata da tutti i pareri favorevoli da parte dei dirigenti, compreso i Revisori, dal valore di 7,5-8 milioni di Euro, trasmessa a Regione e Prefettura di Rovigo il 27 dicembre 2022, non venne mai discussa dal consiglio comunale, ma venne rimaneggiata a tal punto dalla Regione da diventare irricevibile per l’aumento dei costi, oltre 10 milioni.

Il primo indizio quindi è quello di Iras che poteva essere salvata mesi e mesi fa, ma chi poteva farlo ha deciso di lasciar stare.

“A Febbraio 2022 il commissario regionale di Iras Ezio Zanon comunica in Prefettura ed in Consiglio Comunale al Censer che servono 2,2 milioni di euro per garantire la sopravvivenza dell’Ente.
Il Comune si offre di rivedere la convenzione del 2004 e riprendersi una parte di Casa Serena, il 45% corrispondente all’ala di Casa Albergo – illustra Gaffeo – riconoscendo ad Iras una cifra corrispondente alla quota di lavori non ammortizzati fatti da Iras su quella porzione, pari a 600.000 euro.

Troppo pochi per il commissario Zanon che rifiuta e si chiede dove trovare i rimanenti 1.600.000 euro.

Vennero suggerite due strade dal Comune: liquidando la parte di patrimonio Iras non strumentale, la famosa palazzina in affitto ad As2 che infatti ora (cioè ben 15 mesi dopo) è stata messa in vendita per 1.090.000 euro, ed anticipando di solo qualche mese gli incrementi di rette che comunque Iras nel frattempo ha già fatto (in due tranche, la prima a fine 2022 e la seconda a maggio 2023) per totali 5 euro al giorno, garantendosi ai tassi di occupazione attuali di ospiti 500.000 euro di entrate annue in più. Totale 1.590.000 euro, esattamente quanto sarebbe servito, ma la risposta fu No.

Entrambe le soluzioni vennero infatti bocciate, per poi adottarle l’anno successivo. Non serviva un genio della finanza, bastava la volontà di chiudere la vicenda, dato che era tutto a portata di mano”.

Diversa la storia del secondo indizio: “si poteva andare in consiglio comunale già a dicembre 2022 con la bozza di delibera del 27 dicembre che aveva tutti pareri favorevoli, valore poco superiore ai 7 milioni di euro – afferma il sindaco di Rovigo – Non venne convocato il consiglio comunale il 29 dicembre e mai fu portata in consiglio a gennaio benché ne sia stata fatta richiesta in conferenza capigruppo due volte, da Elena Biasin e da Federico Saccardin.

L’accordo di programma venne invece modificato dalla Regione e siamo arrivati agli oltre 10 milioni di oggi. E’ stata bocciata non solo per la questione economica, ma anche una serie di impegni tra le parti che si sono nel tempo modificati e che non garantivano sufficientemente il Comune di Rovigo.

Ricordo che al tempo si parlava di un accordo di programma da presentare entro il 31/12/22, scadenza rispettata dal Comune, con una potenziale richiesta di liquidazione di Iras spostata al 31/1/23 in assenza di accordo e, ribadisco, dal 29 dicembre a tutto gennaio, la proposta del Comune di Rovigo non venne mai portata in consiglio comunale.

Dal 9 gennaio quando la proposta è andata nelle commissioni consiliari congiunte c’era tutto il tempo per andare in consiglio comunale. Era una bozza di accordo che poteva essere approvata con serenità dal consiglio comunale già a gennaio, la scusa fu che non era una bozza condivisa con la Regione, ma nemmeno quella inviata dalla Regione e bocciata dal consiglio comunale di Rovigo lo era.

Rimane un fatto, importante da segnalare: il Comune di Rovigo la proposta per il salvataggio di Iras, percorribile, legittima, e con tutele de minimis per la sopravvivenza stessa di Iras e per la salvaguardia dell’Ente, l’ha fatta e con tutte le intenzioni, anche economiche per la buona riuscita.

Nessun segreto, tutto noto e arcinoto, anche per chi fa finta di dimenticarsi o di non sapere. Il perché chi poteva e doveva agire non l’ha fatto va spiegato a ospiti, familiari e lavoratori di Iras” conclude il primo cittadino del capoluogo Edoardo Gaffeo.

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