Caporalato e sfruttamento in agricoltura: Adl Cobas in Prefettura a Rovigo

Dal sindacato i rappresentanti Claudio Milan e Mbarek El Asri hanno portato all'attenzione del Prefetto le condizioni di lavoro a cui i lavoratori, tutti provenienti dal Pakistan e richiedenti asilo in Italia, erano sottoposti

ROVIGO – Hanno manifestato davanti alla Prefettura di Rovigo insieme ai cinque lavoratori Pakistani che si sono rivolti al sindacato ADL Cobas (Associazione Diritti Lavoratori Cobas) nella rivendicazione dei loro diritti, dopo l’emersione della situazione di grave sfruttamento nell’azienda “Aglio di Liu” di Polesella, per denunciare il grave fenomeno del caporalato in agricoltura.

Dal sindacato i rappresentanti Claudio Milan e Mbarek El Asri hanno portato all’attenzione del Prefetto le condizioni di lavoro a cui i lavoratori, tra 15 e 20, tutti provenienti dal Pakistan e richiedenti asilo in Italia, erano sottoposti da parte dei “caporali” loro connazionali che li reclutavano promettendo loro un lavoro “in regola” nel campo della lavorazione dell’aglio.

I sindacati denunciano invece che I contratti di assunzione erano a termine e part-time anche di solo 10 ore la settimana quando invece i reclutatori avevano promesso una busta paga di circa 1200 euro al mese. La triste realtà era che la paga erogata era di circa 30 euro al giorno indipendentemente dal numero delle ore effettivamente lavorate che risultavano essere comunque oltre le 10 ore per circa tre euro l’ora, o anche meno, dal lunedì al sabato.

L’attività lavorativa veniva svolta nei campi per la raccolta del cosiddetto oro bianco del Polesine, oppure in una specie di capannone a Polesella in un ambiente di stalla dismessa che è difficile definirlo un posto di lavoro.

Il prodotto lavorato veniva direttamente coltivato dalla stessa azienda oppure da varie aziende leader del settore in provincia di Rovigo e/o multinazionali. Nel momento in cui i lavoratori hanno chiesto migliori condizioni retributive e di lavoro, la risposta dell’azienda è stata durissima. Qualcuno è stato lasciato a casa con una comunicazione verbale a metà aprile, scoprendo, poi, di essere stato licenziato qualche giorno dopo, per giusta causa.

Il sindacato Adl Cobas ha organizzato un presidio informativo davanti alla Prefettura di Rovigo ed ha richiesto di incontrare il Prefetto in quanto non esclude che i lavoratori possono subire ritorsioni al loro rientro dalla titolare dell’azienda, che ha sede legale ad Ostellato in provincia di Ferrara, oppure dai due caporali che li hanno reclutati.

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