Caos Pd: Frigato, Salmaso e Traniello Gradassi restituiscono la tessera, Martella a Rovigo

Dopo la perdita di Diego Crivellari il Partito democratico perde un secondo possibile candidato sindaco, Gabriele Frigato. Lunedì l'incontro con il segretario regionale per fornire chiarimenti

ROVIGO – L’accusa di tradimento contenuta nei manifesti a firma Pd (LEGGI ARTICOLO) è stata valutata come un gesto basso, inaudito, senza giustificazione, un autentico autogol della dirigenza locale di Rovigo, tanto che anche il segretario regionale del Partito democratico, Andrea Martella se ne occuperà lunedì in partito.

Non solo manifesti, ma anche l’invio del comunicato stampa Fine Gaffeo (LEGGI ARTICOLO) in cui si annunciava l’uscita dalla maggioranza, ma anche altre vicende amministrative di Rovigo dovranno essere spiegate al deputato Martella che non sembra abbia gradito l’affissione dei manifesti, anzi, l’avrebbe definito un gesto non appropriato e nemmeno opportuno.
Non è questo il modo per affrontare le questioni per Martella che è consapevole che il Pd debba dimostrare di saper alzare lo sguardo puntando sulle proposte per la città dei prossimi anni.

Situazione di isolamento conclamato per il gruppo Pd che fa riferimento al segretario Giacomo Prandini che, dopo aver perso l’area Bonaccini con il candidato alle politiche Alberto Lucchin, oltre all’area dell’ex deputato Diego Crivellari, e dopo le distanze prese dalle tre assessore Pd in giunta comunale a Rovigo (LEGGI ARTICOLO), continua a perdere pezzi.

Raffaela Salmaso, componente del Gruppo Donne Veneto del Pd, ha restituito la tessera al partito con comunicazione diretta alla segreteria nazionale di Elly Schlein, regionale di Martella e quelle locali di Zanellato e Prandini.
“La decisione è stata presa a seguito di quanto successo nelle ultime settimane con l’affissione di poster che non rappresentano il pensiero della sottoscritta così come di molti altri cittadini di Rovigo che si sono rivolti a me per chiedere spiegazioni.
L’indignazione per tali gesti mi porta solo a non riconoscermi nel Partito Democratico di Rovigo” comunica Salmaso.

Giuseppe Traniello Gradassi, segretario provinciale Pd al tempo della vittoria elettorale del sindaco Edoardo Gaffeo, e della sua maggioranza, Pd compreso, commenta: “Mi dissocio categoricamente dal Partito democratico, a livello locale, regionale e nazionale.
Un partito che ho contribuito a creare dopo essere stato per cinque anni segretario provinciale della Margherita e per tre anni segretario del Pd.
Un partito per il quale mi sono speso, con presupposti ben diversi da quelli che esprime oggigiorno”.

Il tre volte deputato Gabriele Frigato, anima dell’associazionismo cattolico del Polesine, in predicato di essere il candidato sindaco del centrosinistra guidato dal Pd e capace di far fare un passo indietro al sindaco Edoardo Gaffeo per correre tutti uniti, ha già riconsegnato la tessera del partito, come praticamente ha fatto Traniello Gradassi con la propria dichiarazione.

“In merito ai manifesti posso solo dire che, nel rispetto delle regole, gli spazi per le affissioni sono pubblici e disponibili – conclude Traniello Gradassi, presidente di Asm Rovigo spa – Nel caso di specie ne sono stati ordinati, e pagati 15, come mi ha è stato confermato dall’ufficio”.

One Comment
  1. Questo non è il momento di andarsene: è il momento buono per cacciare i mercanti dal tempio. Sempre che il tempio ci sia è come tale sia riconosciuto. Chiediamoci: nei partiti veri, di massa, con un’identità e una visione della società precisa e condivisa da militanti uniti da un sentire comune, da una speranza e un’idealita’ comuni, sarebbe mai stata accettata l’iniziativa di una cricca che, intestandosi nome e titolarità del partito tutto, avesse abbattuto un’amministrazione amica consegnando, di fatto, il comune alla destra estrema? Il giorno stesso la cricca sarebbe stata espulsa senza provvedimenti disciplinari così come un corpo sano attiva gli anticorpi per combattere gli agenti patogeni. La cricca sarebbe sprofondata nella vergogna e nell’ignominia. Anzi: a nessun militante sarebbe mai venuto in mente di tradire la lealtà verso il partito. Ecco: questo è il problema di fondo, manca il partito come “casa comune”, come intellettuale collettivo. È questo che bisogna contribuire a rifondare. Non è il momento di sbattere la porta. Sarebbe il momento di aprirle quelle porte ai molti elettori indignati e delusi.

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