Cambiare la concenzione del lavoro è possibile: Cgil scommette sui referendum

Il segretario generale Pieralberto Colombo: "4 importanti referendum per aiutare a liberare davvero il lavoro dalla precarietà e dalla insicurezza e per contrastare lo stesso lavoro povero che è l’altra faccia della medaglia della precarietà nel lavoro"

ROVIGO – “Per il lavoro ci metto la firma, per un lavoro sicuro, tutelato e dignitoso”. Questo lo slogan scelto dalla Cgil per i 4 referendum popolari sul lavoro.

Dietro allo slogan, dichiara il segretario generale della Cgil di Rovigo Pieralberto Colombo, c’è la condizione reale delle lavoratrici e dei lavoratori – altro che referendum ideologici – che tocca certamente la situazione lavorativa ma che rende spesso precaria la stessa condizione di vita delle persone.

In Italia ancora circa l’80% delle nuove assunzioni avvengono con forme di lavoro precarie o poco sicure, soprattutto nella filiera degli appalti e sub appalti. Percentuale che raggiunge quasi l’85% nella nostra Provincia, che continua inoltre ad avere la media delle retribuzioni da lavoro (oltre che delle pensioni) più basse del Veneto.

Per questo insieme alle mobilitazioni ed agli scioperi, la CGIL ha deciso di utilizzare anche lo strumento del referendum abrogativo, dando la parola direttamente alle persone per cambiare la stessa concezione del lavoro, puntando sulla buona e dignitosa occupazione (come previsto dalla stessa nostra Costituzione), per tornare ad essere un valore al centro dello sviluppo della comunità e non trattato alla stessa stregua della merce.

I 4 referendum: uno, purtroppo di drammatica attualità, vuole rendere più sicuro il lavoro nel sistema degli appalti dove spesso a pagare i costi, anche in termini di sicurezza, sono i lavoratori che stanno alla fine di tale catena. Per questo intendiamo cancellare, anche come fattore deterrente, la norma che esclude la responsabilità del committente nell’appalto e subappalto in caso d’infortunio e malattia professionale del lavoratore.

Un altro riguarda i licenziamenti illegittimi nelle Aziende oltre i 15 dipendenti, per tornare a dare a tutte le lavoratrici e lavoratori indistintamente il diritto a tornare nel proprio posto di lavoro in caso di licenziamento dichiarato illegittimo dal Giudice. Qui vogliamo cancellare le norme sui licenziamenti del jobs act che, a partire da marzo 2015, consentono al datore di lavoro di non reintegrare nel proprio posto di lavoro un dipendente anche se licenziato in modo illegittimo. E’ una questione concreta di dignità nel lavoro ma anche per superare l’inaccettabile disparità tra lavoratori, createsi con quella norma del jobs act, a seconda che l’assunzione sia avvenuta prima o dopo marzo 2015, mettendo chi è assunto dopo marzo 2015 pure in una condizione di ricattabilità da parte dell’Azienda.

Il terzo vuole alzare sensibilmente le tutele sempre contro i licenziamenti illegittimi per chi lavora in Aziende fino a 15 dipendenti. In questo caso attraverso il referendum si vuole eliminare la “miseria” di tetto massimo di sei mensilità in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole imprese, affinchè torni ad essere il giudice a valutare il giusto risarcimento senza più alcun limite massimo.

Il quarto vuole aiutare il superamento della precarietà dei contratti lavoro, cancellando la liberalizzazione ormai completa nell’utilizzo dei contrati a termine, limitandone l’utilizzo solo in caso di presenza di specifiche causali. Oggi molte lavoratrici e lavoratori, spesso giovani, restano per anni “intrappolati” nella precarietà data dall’utilizzo indiscriminato del contratto a termine. Ancora una volta una questione concreta di dignità nel lavoro e di prospettiva per le persone che lavorano.

4 importanti referendum per aiutare a liberare davvero il lavoro dalla precarietà e dalla insicurezza e per contrastare lo stesso lavoro povero che è l’altra faccia della medaglia della precarietà nel lavoro. Vogliamo valorizzare la risorsa umana, non come titolo ma nei fatti. Per questo invitiamo le persone a firmare i 4 referendum fino alla metà di luglio 2024 e a venire poi anche in massa a votare nella primavera del prossimo anno, quando si andrà al voto.

E’ possibile votare rivolgendosi alle Sedi CGIL presenti in Provincia di Rovigo, ai banchetti per la raccolta firme che da lunedì 13 maggio saranno presenti in molti mercati, nei maggiori Comuni della nostra Provincia a partire dal 20 maggio ed anche on-line nel sito www.cgil.it/referendum (con SPID o CIE).

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