ROVIGO – Andrea Borgato, consigliere comunale di Rovigo e presidente del Gruppo Bachelet, interviene sulla nomina del collaboratore della sindaca Valeria Cittadin, l’ex candidato consigliere per Fratelli d’Italia Filippo Zangheratti e sulle questioni Iras e polo natatorio di Rovigo.
“La vicenda della nomina del cosiddetto “portavoce” del Sindaco Cittadin (le virgolette sono d’obbligo perché finora non è chiaro a cosa serva la figura assunta e la spesa complessiva di oltre 150 mila euro prevista per l’intero mandato) ha riproposto un metodo della politica che, come Gruppo Bachelet, non abbiamo mai smesso di criticare perché riteniamo che essa debba utilizzare sempre metodi trasparenti, non solo rispettosi delle norme, ma anche priva di ogni opacità. Noi non guardiamo alla persona scelta, ma alla necessità che non c’è e al metodo “furbesco” non rispettoso di tutti quelli che hanno presentato domanda” dichiara Borgato riferendosi alla selezione pubblica per l’individuazione del collaboratore del primo cittadino dopo che il nome di Zangheratti era già stato preso in considerazione e diffuso.
“C’è chi afferma che è stata data una lezione di vita, forse, ma pessima nei confronti dei giovani e di chi cerca lavoro con dignità e merito. Dopo poco più di 100 giorni dal suo insediamento questa nuova Amministrazione ha già deluso” aggiunge Borgato.
“Un altro tema, certamente più rilevante, che rischia in questi giorni di essere troppo presto rimesso in un cassetto come risolto, riguarda l’Iras per il quale il Sindaco, in campagna elettorale, si era spesa assicurando il suo impegno per mantenerne pubblica la gestione. Purtroppo, oggi prende atto di quel che suggerisce, o meglio, stabilisce la Regione Veneto e la Commissaria, ovvero che l’esternalizzazione ai privati è l’unica strada possibile per salvare il servizio dell’ente. – aggiunge Borgato – La situazione era tale anche qualche mese fa e quindi, forse, era bene restare prudenti nell’esporsi con dichiarazioni che non avevano prospettive concrete. Una verità, a nostro avviso, andava detta allora e va detta oggi a tutti i cittadini perché, probabilmente, molti di essi non ce l’hanno chiara, e cioè che la responsabilità di quanto sta accadendo è essenzialmente della Regione che non ha “scucito” un quattrino per salvare l’Iras pubblico come, invece, ha fatto altrove, anzi ha gestito l’Ente per oltre 10 anni nominando un proprio Commissario che non ha fatto altro che condurlo a questa situazione. Probabilmente era questo l’obbiettivo vero che si voleva. Ed è molto triste, anche avvilente, doverlo acclarare.
Nel tempo delle Commissioni d’inchiesta per il Polo Natatorio (LEGGI ARTICOLO) dove speriamo si possano riscontrare le vere responsabilità di scelte sbagliate sin dalle origini del “project financing”, più che “sfrugugliare sulla chiusura obbligata per le manutenzioni non procrastinabili, ci chiediamo se anche per Iras non siano ormai maturi i tempi per una analisi seria e documentata di ciò che è accaduto negli ultimi decenni e a chi si debbano imputare le responsabilità di investimenti sbagliati, scelte aziendali sovradimensionate, strumentalizzazioni della politica nei consigli di amministrazione che ne hanno gestite le sorti.
Una scelta che sarebbe indubbiamente coraggiosa e nuova se la si volesse operare e che potrebbe aiutare, in futuro, i cittadini a scegliere davvero la buona politica” conclude il presidente del Gruppo Bachelet di Rovigo.