Scompaiono dal passivo 672mila euro di debiti verso il personale, ciononostante il passivo è di 1,8 milioni. Piano di risanamento non credibile spalmato in 20 anni, lo rileva Claudio Rossi de Il Cantiere di Adria preoccupato per la chiusura della Casa di riposo cittadina

ADRIA (Rovigo) – “Visto il Bilancio 2022 del Csa di Adria e soprattutto la relazione del revisore dei conti, la preoccupazione per i risultati che emergono è fortissima” afferma Claudio Rossi, esponente del gruppo politico Il Cantiere Adria dell’assessore al bilancio e vicesindaco di Adria Federico Simoni, dopo la pubblicazione del bilancio 2022 e della relativa relazione a firma del revisore unico Ivan Tognolo.

L’analisi del risultato della gestione del presidente Simone Mori e del consiglio di amministrazione al 31 dicembre 2022 non fa assolutamente stare tranquilli.
In sintesi, il Csa ha accumulato nel 2021 e 2022 un forte passivo di 1,8 milioni di euro che, secondo quanto previsto dal piano di risanamento aziendale redatto dal presidente Mori per la Regione Veneto, dovrebbe essere recuperato in ben 20 anni. Tra l’altro, una passività al netto dei debiti che il Csa ha nei confronti dei dipendenti che lavoravano nei festivi e non sono mai stati pagati, debiti per 672 mila euro che oggi il Cda valuta ormai insussistenti e li cancella dal passivo, migliorando così almeno sulla carta una situazione negativa che sarebbe stata ancora peggiore. Con buona pace dei sindacati e dei laboratori che quei soldi non li hanno mai visti, e a questo punto mai li vedranno.
Dai documenti si prevede poi che il Centro Servizi Anziani possa raggiungere l’equilibrio economico-finanziario solo dal 2028.

Un problema non da poco, dato che nei prossimi 5 anni si continueranno ad accumulare ulteriori perdite per circa 250mila euro, e che è evidente dovranno essere coperte. Con il numero di ospiti attuali, si tratterebbe di aumentare le rette di altri 5 euro al giorno, da aggiungere all’aumento dei 7 euro già applicati nel corso del 2022 e 2023 dal cda del presidente Mori. Vorrebbe dire un esborso aggiuntivo totale di oltre 350 euro al mese per famiglia, quasi 4.500 euro all’anno.

Un aumento davvero esagerato, senza considerare che con tale aumento molti famigliari e ospiti se ne andranno verso altre strutture meno costose, con ulteriore diminuzione dei posti letto occupati, e quindi delle entrate economiche delle rette. Non viene poi indicato nessun accantonamento a copertura delle perdite accumulate nel 2021 e 2022, o almeno questo non si evince dalla lettura dell’allegato 2, e quindi la perdita sarà maggiore di circa 80 mila euro all’anno per i primi 5 anni, per un totale quindi di ulteriori 400 mila euro.

Con questa situazione, tra l’altro, nei prossimi anni non ci saranno i soldi nemmeno per pagare gli aumenti contrattuali del personale, che anche se non indicati nell’allegato 2 al piano di risanamento, sono ormai certi, visto che l’attuale Contratto Nazionale di Lavoro è già ampiamente scaduto.
Se poi consideriamo che già ora il Csa sta ritardando i pagamenti ai fornitori, è facile capire che la situazione generale continuerà a peggiorare molto rapidamente”.

Secondo Rossi va infine sottolineato un ulteriore aspetto: “Forse alla Regione potranno andare bene 20 anni per il ripiano delle perdite, ma di sicuro un piano di risanamento di questa durata non è credibile per i soggetti terzi.
Nessuna banca o fornitore darebbe credito a un piano di risanamento che allunga in modo così indefinito il momento del riequilibrio aziendale e che non produce effetti positivi immediati nel breve periodo ma, come purtroppo sottolineato dal revisore dei conti, fino al 2028 continuerà a generare perdite. Questi interlocutori basano le loro valutazioni su un orizzonte temporale non superiore a 3/5 anni, e in questo intervallo di tempo l’ente continuerà a perdere soldi e a mettere a rischio il principio della “continuità aziendale” il cui ripristino è stato così caldamente e urgentemente sollecitato dallo stesso revisore dei conti che ha certificato il bilancio”.

Secondo Rossi “l’attuale consiglio di amministrazione dovrebbe informare al più presto il sindaco di Adria e tutta l’amministrazione comunale, gli anziani ospiti, i famigliari e il personale, ma soprattutto la Città di Adria su quali azioni intende basare l’operazione di risanamento e rilancio della nostra storica e amata Casa di Riposo per evitarne un futuro altrimenti già scritto: la chiusura“.

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