Bando per il Caffè Grande a Lendinara: Moreno Ferrari attacca

Richieste eccessive da parte del Comune, secondo Moreno Ferrari, ma il nuovo bando di gestione non prevede la gratuità dei locali o la possibilità di non rifare i servi igienici

LENDINARA (Rovigo) – “La gestione del locale Caffè Grande è stata costretta dal Comune di Lendinara a chiudere i battenti in anticipo vista la clausola vessatoria, presente nel contratto d’affitto, tra il Comune di Lendinara e la società Piccola Corte, che li obbligava a eseguire i lavori per nuovi bagni, entro un anno dalla firma del contratto, con un assoluto imprevisto preventivo di spesa di quasi 150.000 euro” dichiara Moreno Ferrari alla vigilia della pubblicazione del bando per la gestione dei locali comunali ad uso bar, piccola ristorazione con assoluto divieto di videolottery, slot o altri dispositivi di giocho online.

Il sindaco Luigi Viaro ha annunciato la pubblicazione del bando per la riapertura del Caffè Grande, storico locale di piazza Risorgimento, chiuso da qualche mese confermando la “pubblica utilità” del rifacimento dei servizi igienici, previsto anche in questa riproposizione del bando.

“È posta a carico del concessionario la realizzazione entro un anno dalla data di stipula del contratto di concessione di nuovi servizi igienici idonei per numero e dimensioni all’attività di ristorazione. Non appena ultimati i nuovi servizi, i locali attualmente adibiti a tale finalità rientreranno nella disponibilità dell’amministrazione comunale” recita un articolo del bando.

La concessione dei locali avrà la durata di dodici anni, compreso il periodo di tempo necessario per la progettazione e l’esecuzione dei lavori.

Il canone a base di gara per la concessione del servizio è pari a 9 mila 600 euro per il primo anno contrattuale, fino ad arrivare a 19 mila 200 euro annui a partire dal quarto.

“Credo che nessun imprenditore se anche avesse voluto subentrare successivamente nell’attività del locale pubblico avrebbe accettato un impegno così gravoso” ribatte Ferrari.
“Ora il Comune, non ancora soddisfatto, chiede di riscuotere la fidejussione accesa dagli imprenditori della Piccola Corte, per il recesso anticipato dato dal mancato introito dei canoni; il bar era tenuto in modo impeccabile e la Piazza così viva non si era mai vista” continua Ferrari.

Il successo ottenuto dall’ultima gestione, soprattutto in termini di pubblico giovane fa infatti ben sperare per l’aggiudicazione del bando. “È importante la riapertura dello storico locale. Non sarebbe stato giusto per gli altri lavoratori del settore concedere i locali in uso gratuito” ha aggiunto Viaro.

Ma secondo Ferrari il Comune di Lendinara ha imposto all’azienda la rimozione del bancone dai locali, impedendo loro di vendere un bene di proprietà a chi potrebbe subentrare, trattamento concesso a tutti gli ex gestori, e rendendo così il locale inappetibile agli occhi di nuovi possibili interessati con conseguente danno alla cittadinanza lendinarese.

“Si è chiesto il Comune di Lendinara quale imprenditore sarebbe disposto ad installare un bancone sostenendo un costo quasi triplicato rispetto a quello esistente oltre ai lunghi tempi per il benestare della Soprintendenza?” si chiede Moreno Ferrari.
Sembra che i cittadini siano gli unici a dispiacersi di vedere la piazza così spenta, perchè l’amministrazione sta facendo di tutto perché Lendinara rimanga una città vuota e per nulla attrattiva, e si impegna nel dare luce non al centro storico, ma ai centri commerciali” conclude Ferrari.

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