ARGENTA (Ferrara) – Arrestati nel comune di Argenta, in località “Valle Santa”, dai Carabinieri Forestali, durante le prime ore della notte di giovedì scorso, quattro pescatori di frodo colti sul fatto mentre erano intenti a raccogliere i pesci che avevano precedentemente ucciso o stordito; L’Arma dei Carabinieri raggiunge così un importante risultato nel contrasto contro l’antibracconaggio ittico nella provincia di Ferrera in un’area, quella di Valle Santa, particolarmente protetta e da tempo infestata dall’azione di pescatori di frodo. L’Autorità Giudiziaria, in relazione ai gravi indizi raccolti dagli inquirenti ha chiesto il processo per direttissima. Nella giornata di venerdì 24 febbraio si è svolta la prima udienza che si è conclusa con la convalida dell’arresto e la sottoposizione alla misura cautelare della presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria. per tutti gli imputati.

All’esito di una prolungata e complessa attività preventiva, fatta di avvistamenti e pedinamenti, condotta dalle Stazioni Carabinieri Forestale di Portomaggiore e Ferrara e dal Nucleo Biodiversità di Casalborsetti con il supporto operativo dei reparti territoriali dell’Arma delle Compagnie di Portomaggiore e Ferrara e del Comando Provinciale di Ferrara durante la notte tra mercoledì e giovedì scorsi, anche grazie alla collaborazione dei volontari dell’Associazione ”Eurocarp Club” di Comacchio e del Comando della Polizia locale di Ravenna, le pattuglie operanti dei carabinieri forestali sono riuscite ad individuare l’area dove stavano operando alcuni pescatori di frodo. Questi si trovavano in comune di Argenta presso la località “Valle Santa” e stavano operando illecitamente nelle acque all’interno della proprietà del Consorzio della Bonifica Renana: con un elettrostorditore, realizzato in maniera artigianale con cavi elettrici collegati ad una batteria, i quattro pescatori di frodo avevano da poco “pescato” con l’ausilio di un gommone numerosi esemplari di carpe, siluri, carassi e anguille per un totale di circa 500 kg. di pesce stordito o già ucciso.

I bracconieri ittici si erano introdotti nell’area, già soggetta nel recente passato ad analoghi eventi predatori, distruggendo e rendendo inservibile parte della recinzione posta a protezione dell’area. I quattro pescatori di frodo, tutti di nazionalità romena, sono stati sorpresi, durante la fase di raccolta dei pesci e, fermati dai militari appostati, non hanno potuto porre resistenza o trovare vie di fuga. Dopo aver catturato i bracconieri i militari hanno immediatamente ributtato in acqua i pesci ancora vivi (circa 300 kg.) mentre la parte restante, circa 200 kg, già morta e non più idonea al consumo alimentare, è stata sequestrata per poi essere destinata alla distruzione in impianto autorizzato; una parte del pescato è stata inviata all’Istituto zooprofilattico per i necessari accertamenti di natura necroscopica. I militari hanno posto sotto sequestro penale oltre al materiale utilizzato per la pesca di frodo anche un gommone e l’automezzo all’interno del quale era stato stipato il pesce pescato.
Sentito il Pubblico Ministero, i quattro bracconieri, colti in flagranza di reato, sono stati arrestati in quanto accusati dei reati di bracconaggio ittico, furto aggravato, danneggiamento, maltrattamento e uccisione di animali.
Tenuti in stato di fermo durante la notte, i quattro sono stati processati per direttissima nel tardo pomeriggio di ieri. All’esito della prima udienza il Tribunale di Ferrara ha convalidato l’arresto in flagranza operato dai Carabinieri forestali e, nelle more della prosecuzione del giudizio, ha disposto nei confronti di tutti l’applicazione della misura cautelare della presentazione quotidiana presso la Stazione Carabinieri di Fusignano (RA), luogo di domicilio degli imputati.
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