Anche gli agricoltori della Coldiretti contro gli impianti a biometano

Corteo con trattori, famiglie, associazioni e sindaci del territorio per manifestare l'assoluta contrarietà al progetto presentato per realizzare un impianto per la produzione di biometano a Vescovana

VESCOVANA (Padova) – In provincia di Padova hanno avuto il coraggio di metterci la faccia, si sono uniti in corteo con le centinaia di manifestanti con i loro trattori ed hanno testimoniato vicinanza alla cittadinanza, sono gli agricoltori del territorio che hanno giudicato senza mezzi termini il progetto: “un’idea insensata, che non ci appartiene, pericolosa per le nostre terre, da non autorizzare per nessun motivo”.


La proposta è quella di realizzare un impianto da 6MW per la produzione del cosiddetto biometano, in pratica si lavora ulteriormente il biogas ottenuto dalla digestione per tre settimane di una frazione umida di rifiuto, può essere vegetale, fanghi di depurazione, oppure anche solido urbano, cambiano le ricette, ma non cambia la sostanza: si alimenta un digestore per produrre combustibile da bruciare. In loco, per il biogas non incentivato dai fondi UE, immesso in rete o trasportato altrove per il biometano, incentivato. Un processo lineare che culmina con il processo distruttivo della combustione, contrario, per definizione, ai principi della cosiddetta economia circolare.

Alla mobilitazione di sabato 30 dicembre, oltre ai comitati ambientalisti, anche della provincia di Rovigo e le associazioni si sono uniti anche gli imprenditori agricoli della zona ed i sindaci di Vescovana, Boara Pisani, Granze, Villa Estense e Barbona, tutti contrari all’idea.

“Siamo gli agricoltori di queste terre; viviamo qui, lavoriamo qui e qui pensiamo al nostro futuro – hanno comunicato attraverso una nota – Questa opera non aiuta, non ci arricchisce, svaluta i nostri terreni, li può rendere inadatti a sviluppi futuri. Tutto questo non è a nostro favore, e siamo noi i primi che i proponenti dovevano interpellare se si fosse voluto che il prodotto delle nostre terre desse linfa a questo impianto. Così non è stato, rendendo ancor meno credibile il progetto presentato. Un’opera che non ci appartiene”.

La stima di frazione verde che dovrebbe alimentare l’impianto è, secondo gli agricoltori, di circa 100 ettari, con la certezza di avere immesse in atmosfera grandi quantità di CO2, inquinanti vari e polveri sottili. “Un progetto senza alcun senso che serve solo ad intercettare fondi per la produzione di biometano, senza i quali nessuno proporrebbe una cosa del genere” tagliano corto gli agricoltori, preoccupati anche per la sicura scarsa qualità degli ammendanti che verranno poi sparsi sui terreni agricoli.

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Il corteo è partito poco dopo le 9:30 da via Bassa 60 fino ad arrivare al sito in cui vorrebbe essere realizzato l’impianto. Alla manifestazione hanno partecipato anche i sindaci dei comuni limitrofi di Vescovana, Boara Pisani, Granze, Villa Estense e Barbona, per dimostrare unione nella contrarietà al progetto.

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