Anche Esu interessato al caso Iras Rovigo

Un nuovo soggetto pubblico si affaccia per il futuro di Casa Serena dopo lo scioglimento della convenzione in essere tra il Comune di Rovigo ed Iras e la vendita ad Ater di metà immobile di via Bramante

ROVIGO – Ci sono voluti anni prima di mettere in moto la macchina tecnica chiamata a valutare l’ipotesi di soluzione del caso Iras votato nelle commissioni consiliari (LEGGI ARTICOLO) del Comune di Rovigo, ma ora la soluzione sembra essere sempre più vicina.

Il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo conferma la ricezione delle osservazioni congiunte di Regione, Ulss 5 Polesana ed Ater alla bozza proposta dal Comune di Rovigo.
“Da una lettura non ancora tecnica posso confermare che siamo in presenza di un ulteriore tassello importante per arrivare alla soluzione condivisa – dichiara Gaffeo – ispirata ad una piena collaborazione istituzionale tra Enti. Ho dato mandato alla struttura tecnica di analizzare nel dettaglio il documento ricevuto e stimo che i tempi tecnici per gli approfondimenti possano essere rapidissimi: 2/3 giorni lavorativi“.

Ottimismo e piena disponibilità a parte, il nodo da risolvere rimane quello di trovare una soluzione alla richiesta di definire in maniera certa ed esigibile il credito che Iras vanterebbe nei confronti del Comune di Rovigo al momento della firma dell’accordo tra Enti, che scioglie la convenzione con Iras, ma ancora, la questione non sembra una criticità insormontabile.

Ater e Comune di Rovigo rimangono in attesa della perizia sull’immobile destinato alla compravendita, stimata da Rovigo in 2,8 milioni di euro (LEGGI ARTICOLO), ma esclusa categoricamente da Ater, che con quella somma, in virtù della propria autonomia gestionale, farebbe sicuramente dell’altro in osservanza dei propri compiti istituzionali.

Come già ribadito – afferma il presidente Guglielmo Ferrarese – l’Ente non metterà a disposizione una cifra così cospicua (LEGGI ARTICOLO). C’è piena fiducia nel lavoro che la Regione sta svolgendo per Iras, Ater farà la propria parte, ma con un investimento congruo”.

Proprio nella mattinata odierna il presidente di Ater Ferrarese ha partecipato ad un incontro in Regione del Veneto con la dirigenza tecnica per capire se potrà contare sul finanziamento regionale per la realizzazione di uno studentato, da far realizzare ad Ater e da far gestire ad Esu, L’Ente regionale per il diritto allo studio universitario.

“Rimaniamo sul pubblico con un ente regionale che ha grande bisogno di spazi per gli studenti – conferma Ferrarese – e sempre alla ricerca di alloggi da gestire”

Ferrarese ribadisce che non intende risolvere un problema, quello di Iras, creandone un altro, ovvero comprando una cattedrale nel deserto, la metà di Casa Serena se non ci saranno garanzie, dalla Regione, sulla destinazione dell’immobile.

La volontà politica è quella di risolvere e sono fiducioso – insiste Ferrarese – Al momento stamo ancora attendendo il valore della perizia di stima commissionata ad un professore di estimo dello Iuav di Venezia ed il dialogo con la Regione continua per capire se si vorranno realizzare alloggi Erp o lo studentato come abbiamo proposto”.

L’idea dello studentato sembra essere stata molto apprezzata in Regione che, al momento, si sarebbe riservata di fare gli approfondimenti tecnici necessari per capire se un intervento del genere, fatto da Ater, sia assimilitato alla legge che consente ad Ater di realizzare edilizia abitativa.

In attesa della verifica di fattibilità per lo studentato, Ater sta già parlando con l’Esu di Padova ed ha proposto in Regione un rientro dell’investimento richiesto per sistemare Casa Serena in 16 anni, con alloggi per gli studenti, ed in oltre 200 anni con alloggi Erp.

La scelta tra le due soluzioni, se saranno considerate entrambe fattibili, sembra quindi scontata.

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