La direzione del Partito democratico annuncia di aver chiuso la fase di rivendicazioni per la rappresentanza in giunta e di aprirne una nuova, più critica e più libera, ma senza alcuna volontà di innescare crisi in maggioranza

ROVIGO – Nessuna ostilità nei confronti dell’amministrazione, nessuna pregiudiziale alla ricandidatura del sindaco Edoardo Gaffeo, nessun dubbio sul fatto che i consiglieri del Partito democratico si impegneranno affinchè il Comune di Rovigo arrivi alla scadenza naturale della consigliatura nel 2024, questo in sintesi l’esito della direzione del partito in materia di maggioranza nel capoluogo.

Il segretario di circolo Giacomo Prandini ed il presidente del consiglio direttivo Diego Crivellari hanno riportato anche la posizione di Nello Chendi capogruppo del Pd in consiglio comunale a Rovigo ribadendo la delusione e l’amarezza per non “essere stati capiti” nell’azione politica avanzata negli ultimi 18 mesi, dopo che il “loro” assessore Patrizio Bernardinello ha rassegnato le dimissioni dalla giunta.

Si è conclusa una fase che non ci ha visto soddisfatti e salutiamo l’apertura di una nuova, che tra l’altro ci porterà al congresso” hanno dichiarato Crivellari e Prandini sottolineando come al rammarico per non essere riusciti a chiudere il cerchio sulla giunta, si aggiunge la volontá di non innescare alcuna crisi. “Volevamo dare un messaggio che vogliamo partecipare in maniera forte alla amministrazione del capoluogo” hanno ribadito al Pd.

Sotterrata quindi l’ascia di una guerra che sembra non essersi mai consumata, Crivellari e Prandini comunicano che la direzione del partito ha ufficialmente esclusa la parola rimpasto, “non è più di moda” è stato osservato.

“Ci sono situazioni meno convincenti di altre in giunta, ma non ci sarà nessuna crisi, per senso di responsabilità per arrivare a scadenza naturale” ha spiegato Crivellari.
Il tema portato avanti dal partito era del rafforzamento e della presenza in giunta, “abbiamo apprezzato gli sforzi del Forum per la maggioranza, ma per vari motivi non è stato possibile. Non è stato ritenuto utile indicare nè l’ottavo assessore e nemmeno il secondo assessore per il gruppo del Pd“.

In materia di allargamento della maggioranza, Crivellari e Prandini hanno dichiarato di “vederlo di buon grado, ma è una decisione che deve pervenire dalla condivisione di un percorso verso le elezioni 2024. Nessuna valutazione negativa in questo senso. Il contributo del Pd c’è e la discussione dell’appoggio esterno è una discussione astratta vista l’ottica costruttiva che ci contraddistingue”.

Secondo il capogruppo Chendi l’azione di rivendicazione “partiva dalla volontá di dire la nostra, di partecipare alla vita amministrativa. Nessuna volontá di occupare posizioni, ma una valutazione di cose positive e negative accadute, che vanno rafforzate e condivise”.

Il Pd dichiara di essere alla ricerca della strada del dialogo. “Noi siamo per il confronto e per i rapporti corretti. Siamo impegnati in una fase per rinnovare il gruppo dirigente del partito. Non abbiamo nessuna pregiudiziale sull’amministrazione Gaffeo, ma al momento si apre una fase diversa contraddistinta da una seria dialettica all’interno del partito con toni alle volte accesi, ma costruttivi”.

Bilancio, questione Iras, sono scadenze importanti che i consiglieri affronteranno in maniera più libera che in passato per dimostrare che il partito recupera maggiore capacità critica.
La nuova strategia del Pd sembra essere proprio questa: nessuna volontà belligerante, ma nessuna omologazione con i civici in quanto “il Pd non ha fatto scelte strane come i civici per la Provincia. Non cerchiamo dinamiche diverse dall’area di centrosinistra dove il Partito democratico sarà il perno di una alleanza di centrosinistra aperta a forze politiche e civiche”.

Il rammarico del Pd si conclude con l’osservazione che gli attuali due assessori considerati del Pd “non sono stati indicati dal partito e mai si sono presentati in partito. L’assessore Zambello per noi é un tecnico. Alberghini sará anche di area Pd, ma non é certo un nostro assessore” ha dichiaro Crivellari concludendo, quasi a giustificare una fase che, a parole, si è appena conclusa, “Che il Pd avesse potuto entrare in giunta non ci pare una bestemmia”.

“Crivellari non sarebbe entrato in giunta, l’ha anche annunciato al tavolo. La discussione sui nomi non è nemmeno iniziata” ha ribadito Prandini ricordando che “Non abbiamo chiesto la testa di nessuno, abbiamo evidenziato punti critici che fanno capo a singoli assessori, ma si sarebbero potuti cambiare i referati nell’ottica di un rafforzamento. Non erano attacchi ad personam”.

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