ROVIGO – L’Ulss 5 Polesana si conferma ancora una volta eccellenza nella formazione degli specializzandi. Si è tenuto nei giorni scorsi il corso nazionale avanzato in ecografia nefrologica. La direzione del corso è affidata a Fulvio Fiorini, responsabile nazionale dell’iter formativo della Società italiana di Nefrologia (Sin) e della Società italiana di Ecografia (Siumb), nonché primario di Nefrologia dell’Uoc dell’ospedale di Rovigo. Dal 12 al 14 giugno presso l’ospedale rodigino Santa Maria della Misericordia si sono tenute 32 ore intensive di alta formazione per medici già laureati in fase di specializzazione in Nefrologia, con l’alternanza di lezioni frontali e/o di approfondimento e di esercitazioni ecografiche con l’uso delle strumentazioni in dotazione all’ospedale stesso. Rovigo si conferma essere uno dei cinque centri in Italia che si occupa di questo tipo di formazione, sei i docenti in campo primari e docenti universitari, oltre lo stesso Fiorini, Rodolfo Fernando Rivera, primario di Nefrologia all’Ospedale Pio XI della Brianza; Michele Prencipe, direttore presso la Fondazione l’Ospedale di San Giovanni Rotondo; Mauro Forcella, dirigente medico di Nefrologia, Dialisi e Trapianti presso Azienda ospedaliero-universitaria di Foggia; Yuri Battaglia, Uoc di Nefrologia e Dialisi, azienda ospedaliero universitaria Sant’Anna di Ferrara; Paolo Luca Lentini, direttore dell’Unità operativa complessa di Nefrologia dell’ULSS 7 Pedemontana; e Alessandro D’Amelio, primario di Nefrologia dell’ospedale “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli.
A beneficiare dell’offerta formativa, altamente specializzata nella diagnostica in nefrologia, e delle competenze ed esperienza di tanti primari sono stati 12 specializzandi di varie scuole italiane provenienti da Roma, Parma, Toscana, Sicilia, Abruzzo, Trieste e Catania.
“E’ un corso fondamentale – conferma il prof. Rivera – perché dà le basi tecniche e operative manuali finalizzate ad una autonomia nella risorsa diagnostica che purtroppo spesso non viene erogata dalla stessa università. L’università dovrebbe fare quello che stiamo facendo noi. Come medici e primari stiamo insistendo con le Università affinché comprendano la necessita della formazione ecografica. Personalmente collaboro con la Bicocca e l’università San Raffaele di Milano”. “La formazione dei giovani è molto impegnativa e chiede molto sforzo e attenzione” confida. Le prove pratiche hanno un doppio valore: sia quella docente che assistenziale. “Non è raro – afferma Rivera – che durante le esercitazioni sui pazienti volontari si possano riscontrare patologie silenti che richiedono poi approfondimenti”. Anche da parte degli “studenti” c’è grande soddisfazione, valga la testimonianza di una per tutti, Maria Chiara Pacchiaroni, specializzanda in Nefrologia a Parma, “Ritengo nel corso della specialità sia importante integrare le conoscenze e approfondirle anche con corsi specifici. Dedicare del tempo allo studio dell’utilizzo dell’ecografo ed essere seguito da tutor specializzato è necessario per sviluppare e apprendere un metodo da applicare tutti i giorni”.
Le conclusioni le tira il dott. Fiorini, direttore del corso: “Sette specializzandi hanno espresso il desiderio di tornare a Rovigo per completare la formazione ecografica già quest’anno. Quindi il successo della manifestazione è stato, direi, eclatante”.