A Rosolina ricordato l’eccidio di Malga Bala e il carabiniere Antonio Ferro

Furono trucidati dodici giovani militari dell’Arma tra cui il carabiniere di Rosolina (Rovigo), venerdì 24 marzo il Polesine li ha ricordati

ROSOLINA (Rovigo) – Venerdì 24 marzo 2023, presso la Chiesa Sant’Antonio di Rosolina (Rovigo), con una messa celebrata da Don Lino Mazzocco, è stato ricordato il 79° anniversario dell’eccidio di Malga Bala (oggi Slovenia, di cui alla nota a seguito), in cui furono trucidati dodici giovani militari dell’Arma tra cui il carabiniere Antonio Ferro, decorato di Medaglia d’Oro al Merito Civile ed originario di questa terra. 

La cerimonia, organizzata dall’Associazione Nazionale Carabinieri di Porto Viro e dal Comune di Rosolina: si è svolta alla presenza del Senatore Bartolomeo Amidei, del Comandante Provinciale dei Carabinieri di Rovigo, colonnello Emilio Mazza, del Comandante della Compagnia di Adria, maggiore Pietro Gatto, del Sindaco di Rosolina, Michele Grossato, e della Sig.ra Natalia Ferro (sorella di Antonio e detentrice della medaglia), con la partecipazione di altre Associazioni Combattentistiche e d’arma.

E’ successivamente proseguita con la deposizione di una corona presso il monumento dei caduti in “Piazza carabiniere Antonio Ferro” in località Volto di Rosolina, a cui hanno partecipato anche le classi 4^ e 5^ della locale Scuola Elementare “Aldo Moro”. 

Antonio Ferro nasce a Rosolina (Rovigo) il 10 febbraio del 1923, è il primo dei tre figli di Agostino e Ida Lazzarin. All’età di 19 anni, nel 1942, viene arruolato nell’Arma quale Carabiniere ausiliario presso la Legione Allievi di Roma. Dopo la scuola di formazione viene prima trasferito al Comando Legione Carabinieri Reali di Padova e, nel febbraio 1944, dopo un breve periodo presso la Stazione di Fusine Valromana (Ud), viene destinato al Posto Fisso di Bretto di Sotto, nel comune di Tarvisio (Ud), ora territorio sloveno.

Era l’inverno 1943 quando, a causa della situazione di guerriglia in corso, fu costituito un distaccamento fisso di Carabinieri a protezione della centrale idroelettrica in località Valle di Bretto di Sotto che forniva energia all’intera vallata. Il distaccamento, costituito da 16 uomini comandati da un Sottufficiale ed accasermato in un fabbricato della centrale posto alla base della condotta forzata, iniziò il servizio il 28 gennaio 1944.

Dopo circa due mesi, la sera del 23 marzo, i 12 militari dell’Arma presenti all’interno del distaccamento venivano sopraffatti e catturati da partigiani slavi in agguato nelle vicinanze. La stessa notte, sotto strettissima vigilanza, gli undici carabinieri ed il vice brigadiere Comandante furono condotti, dopo ore di cammino, in Valle Bausizza, sino a giungere, uno o due giorni dopo, in località Malga Bala (oggi Slovenia). Qui furono depredati dei loro averi e trucidati, dopo violenze disumane che sopportavano con stoica dignità di soldati.

Scattato l’allarme, ormai tardivo, le ricerche dettero esito positivo solo dopo diversi giorni allorquando, il 31 marzo, poco distante dalla Malga furono rinvenute, parzialmente coperte dalla neve, le salme dei dodici sventurati. Raccolte e trasportate a fondo valle, il 2 aprile furono poi trasferite a Tarvisio. 

Il 27 marzo 2009, il Presidente della Repubblica ha conferito alla memoria del Carabiniere Antonio Ferro, del Vice Brigadiere Dino Perpignano e degli altri dieci Carabinieri Pasquale Ruggiero, Domenico Giuseppe Dal Vecchio, Lindo Bertogli, Primo Amenici, Adelmino Zilio, Attilio Franzan, Fernando Ferretti, Ridolfo Colzi, Piero Tognazzo e Michele Castellano la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione:

“Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, in servizio presso il posto fisso di Bretto Inferiore, unitamente ad altri commilitoni, veniva catturato da truppe irregolari di partigiani slavi, che, a tappe forzate, lo conducevano sull’altopiano di Malga Bala. Imprigionato all’interno di un casolare, subiva disumane torture che sopportava con stoica dignità di soldato, fino a quando, dopo aver patito atroci sofferenze, veniva barbaramente trucidato. Preclaro esempio di amor patrio, di senso dell’onore e del dovere, spinti fino all’estremo sacrificio”.

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