A Lendinara, il teatro diventa piazza dei giovani

Tutto esaurito il Teatro Ballarin, nella serata di sabato 18 maggio, ha accolto tanti ragazzi che venivano ad assistere alla performance dei loro colleghi

LENDINARA (Rovigo) – “Il teatro è la nostra terza piazza ed ora la vediamo aperta agli altri, che vengono a seguire i loro ragazzi. E questo è bello perché ci da un senso di comunità – ha esordito il sindaco di Lendinara Luigi Viaro nell’aprire la settima serata del Premio Tomeo 2024. – Ma è ancora più bello vedere il teatro pieno di tanti giovani”. 

Assolutamente tutto esaurito il Teatro Ballarin, nella serata di sabato 18 maggio, ha accolto tanti ragazzi che venivano ad assistere alla performance dei loro colleghi. In scena, è andato il Gruppo teatrale Alberto Mario dell’omonima scuola media di Lendinara, che ha presentato SpiderNet!, restituzione drammaturgica del laboratorio di teatro educazione scolastico, diretto da Emilio Milani, che ne ha curato anche la regia. In concorso nella categoria 11-14 anni.

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Una performance che incarna ciò che l’ideatrice del Premio Tomeo, Irene Lissandrin ha enunciato ad inizio serata: “Il teatro rende liberi di essere sé stessi, di salire su un palco davanti ad un pubblico e brillare di luce propria”.

SpiderNet! Mette in scena i 34 giovanissimi del laboratorio, che rappresentano sé stessi, ma anche la Generazione Z, i veri nativi digitali, apparentemente apatici, disinteressati a tutto, inclini all’abbandono scolastico, racchiusi in una confort zone a consumo zero di energia vitale, ma in realtà senza punti di riferimento, soli nell’individualismo sociale più delirante, fragili rispetto al giudizio degli adulti e di una società che misura l’uomo a performance, semplicemente spaventati. Lo spettacolo è il risultato di approfondimento personale e focalizzazione sul tema dell’eroe contemporaneo, senza superpoteri, e con l’obiettivo di trovare il proprio orientamento di vita. Senza attrezzeria, scenografia e costumi, i ragazzi hanno interpretato le loro paure e le loro reazioni nella vita quotidiana, nello sport, a scuola, in famiglia, solo attraverso la nuda parola, gesti simbolici ed un filo conduttore: la figura del ragno e della ragnatela, usato come metafora di tutte le inquietudini, luogo emotivo in cui si riposa sicuri, ma si perde di vista la vita vera; quindi luogo da spezzare e reinventare, da cui lanciarsi in esplorazione, liberandosi dagli obblighi incompresi.

Il testo, composto di flussi di coscienza, pensieri e moti dell’animo assolutamente autentici, è prodotto dagli stessi protagonisti ed arriva al pubblico con la potenza della verità, scatenando un forte impatto emotivo.

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