BERGANTINO (Rovigo) – Si terrà giovedì 12 maggio alle 21, presso l’Auditorium del Comune di Bergantino, nell’ambito della Rassegna “Giovedì d’Autore” della locale Biblioteca, la presentazione del Romanzo “La Boje”, ultima produzione letteraria di Antonella Bertoli che già aveva tratto una Rappresentazione teatrale dalla storia della prima insurrezione bracciantile del Regno d’Italia avvenuta dopo la disastrosa alluvione del 17 settembre 1882.
A moderare la serata sarà Federico Ragazzi, presidente della Biblioteca di Castelmassa che ha già collaborato con l’Autrice sia per La Boje che per “Emozioni per l’uso”.
“La Boje, la boje, de boto la va de sora” (in italiano “Bolle, bolle, tra poco trabocca”) è il grido che i braccianti polesani stanchi di soprusi e ingiustizie, vittime di malattie quali la malaria, la pellagra e infezioni gastrointestinali lanciano incrociando le braccia per avere il salario giornaliero aumentato e cibo per sostenere la famiglia.
Molti sono i fatti e i protagonisti storici realmente esistiti citati nel Romanzo, ma l’Autrice li prende a pretesto per raccontare la sua verità, cercando di far rivivere attraverso scontri, dibattiti, amori impossibili, fughe e incarcerazioni, tradimenti, morti e sofferenze, un mondo di ingiustizia che non aveva pietà degli ultimi e una vita di miseria a cui erano costretti i poveri lavoratori dei campi.
Bertoli riprende lo sciopero storicamente avvenuto e documentato da storici e scrittori quali Vittorio Tommasin e Bruno Pirani, e lo trasforma in romanzo, evidenziando figure di donne che la storia si è “dimenticata” di menzionare. Figure come la “Dele”, proprietaria dell’osteria dove si ritrovavano i rivoltosi, esistita storicamente e altre inventate ma sicuramente in lotta con i compagni e gli altri braccianti, come la Vecchia Xenga, la Curina, la Nana, la Mora Mammana, in cerca di sfamare in qualche modo i figli e tenere su la famiglia, nascondere i ricercati, o la Rosina vittima di uno stupro da parte dell’Agrario proprietario del fondo dove lavorava.
Come dimostrato dallo storico Tommasin, il moto de La Boje è partito da Pezzoli (oggi frazione di Ceregnano e a quei tempi sotto il Comune di Adria) e si è allargato a tutto il Polesine fino al veneziano e al mantovano: il tentativo di Bertoli è ridare voce agli sconfitti di allora anche attraverso le parole delle donne, alle quali affida il compito di raccontare come in un filò di antica memoria la vita della povera gente polesana che viveva in campagna circondata da terra e acqua.
Durante la serata si terrà una rappresentazione filmata della Boje del Giocabriga del 1988.