Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo: “Il rapporto mette in luce la necessità di fare più valutazioni sulla sicurezza alimentare e gli effetti negativi sulla salute del consumatore”

ROVIGO – Dalle allergie ai tumori, sono 53 i pericoli potenziali per la salute dei cibi sintetici, prodotti in laboratorio, individuati nel primo rapporto Fao – Organizzazione Mondiale della Sanità sul “cibo a base cellulare”, definizione considerata più chiara rispetto al termine “coltivato” preferito invece dalle industrie produttrici ma ritenuto essere fuorviante dalle due autorità mondiali. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul rapporto pubblicato dalla Fao e dall’Oms che ritiene discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. Il documento di 134 pagine evidenzia la necessità di garantire la sicurezza alimentare con l’identificazione dei pericoli potenziali nella catena di produzione per valutare ulteriormente i rischi associati, prima della diffusione commerciale su larga scala.

I pericoli potenziali interessano le quattro fasi della produzione di cibo a base cellulare: la selezione delle cellule, la produzione, la raccolta e la trasformazione. In particolare i rischi secondo gli esperti consultati da Fao e Oms riguardano la trasmissione di malattie, le infezioni animali e la contaminazione microbica oltre alla necessità di una particolare attenzione sull’uso di componenti come fattori della crescita e ormoni usati nei bioreattori e su come queste molecole attive possono interferire con il metabolismo o essere associate allo sviluppo di alcuni tipi di cancro. Inoltre secondo il Rapporto Fao – Oms gli ingredienti aggiunti per migliorare le caratteristiche del prodotto possono essere causa di reazioni allergiche.

Il rapporto mette in luce la necessità di fare più valutazioni sulla sicurezza alimentare e gli effetti negativi sulla salute del consumatore – commenta Carlo Salvan presidente di Coldiretti Rovigo -. Inoltre, il documento evidenzia infine altri aspetti da approfondire comele questioni etiche, le considerazioni ambientali, la preferenza/accettazione dei consumatori, gli aspetti nutrizionali, i costi di produzione, i prezzi dei prodotti finali e i requisiti normativi come i meccanismi di approvazione e le regole di etichettatura”.

Il paper della Fao e dell’Oms fa chiarezza sull’uso improprio del termine carne coltivata con il rischio oggettivo che i cittadini cadano in un inganno poiché in realtà quella ottenuta in laboratorio non è carne e non è coltivata. Ma va anche evidenziato il richiamo implicito al principio di precauzione per una nuova tecnica con enormi rischi potenziali di fronte ad una ricerca monopolizzata da pochi gruppi e grandi finanziatori. “Come sostiene Coldiretti – prosegue Salvan – anche secondo la Fao e l’Oms attualmente esiste una quantità limitata di informazioni e di dati sugli aspetti della sicurezza alimentare degli alimenti a base di cellule per aiutare i regolatori a prendere decisioni informate”.

In Italia è stato presentato il disegno di legge che vieta la produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento, tutto questo dopo la raccolta da parte della Coldiretti di mezzo milione di firme di cittadini –conclude il presidente Salvan -, oltre 2mila comuni hanno deliberato spesso all’unanimità, come le regioni di ogni colore politico e di esponenti di ogni schieramento hanno sostenuto la proposta in modo bipartisan. Ed è stata Coldiretti per prima ad accendere i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo che fino ad ora era tenuto nascosto”. Coldiretti sta proseguendo sia nella raccolta firme che delle delibere delle amministrazioni pubbliche.

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