ROVIGO – Dentro Christian Meyer c’è un amore supremo per la musica, che nel “Christian Meyer show” riesce a trasmettere interamente al pubblico, vista la standing ovation di sabato al teatro don Bosco nell’ottava edizione del “Drum galà”.
Il grande successo del batterista di Elio e le Storie Tese, Trio Bobo e Heroes-Omaggio a David Bowie, ospite principale della manifestazione che dal 2015 ricorda il batterista rodigino Beppe Lupo, nasce da una consapevolezza “scolpita”, che fa affrontare qualsiasi sfida a testa alta: “Per essere batterista oggi – ha spiegato Christian Meyer – bisogna fare un passo indietro nella storia, e conoscere i fraseggi dei batteristi del passato: quando si studia il passato, poi ci si può tuffare nel futuro. E questo vale in ogni ambito”, ha spiegato alla platea quasi gremita, malgrado l’incertezza delle previsioni meteo avesse consigliato poche ore prima di spostare lo show dalla tradizionale piazza Vittorio Emanuele II.
Il “Christian Meyer show” arriva dritto al cuore donando musica, che il batterista e Silvia Bolbo – alla parte multimediale e coautrice – dispensano come sorrisi, anche quando si tratta di non prendersi troppo sul serio. “Sapete che Elio e le Storie Tese si sono sciolti, e tutti i batteristi di gruppi che si sono sciolti si ritrovano su un binario morto: io, ormai, vado al bar e condivido storie di batteria con altri batteristi di gruppi che si sono sciolti”, ha scherzato Meyer, che usa non solo la musica ma anche l’ironia come alta forma di moralità. Che così, pure al bar, trova espressione non nei commenti delle pagine dei quotidiani sportivi, ma della fantomatica rivista specializzata “Il batterista molesto”, attenta ad anticipare le tendenze e le prossime proposte normative nazionali: come “I batteristi metal pagheranno l’Imu sulla seconda cassa” e “Per evitare sovraffollamenti, solo concerti jazz nei locali”. Che è tutto dire, quando lo dice un batterista che si dedica a diversi generi musicali, ma che ha una particolare passione per il jazz.
Tuttavia, basta tornare al sottotitolo del “Christian Meyer show” per ritrovarsi sul binario giusto: “Terapia musicale per curiosi e amici dei batteristi”.
“Non è un concerto, una masterclass o una clinic di batteria: racconto i miei eroi e la musica che amo di più”, aveva spiegato Meyer prima di indossare i panni di Jules Verne e portare il pubblico a fare il giro del mondo della batteria “in 80 generi” (o giù di lì), e di accompagnare la platea a trovare l’essenza nelle inesauribili sfumature di bellezza in musicisti come Buddy Rich, Gene Krupa, Phil Woods, “Big Sid” Catlett, Tony Williams, Max Roach e Steve Khan, solo per citarne alcuni e senza fermarsi alla batteria. Per passare poi a parlare della musica di Elio e le Storie Tese. E di raccontare, ad esempio, che prima del secondo posto nel 2013 al Festival di Sanremo con “La canzone mononota” (bissando il risultato del 1996 con “La terra dei cachi”, canzone “Premio della critica”) oggi in classifica c’è la soddisfazione d’aver visto “l’orchestra del Festival di Sanremo che si alzava in piedi quando entravamo a fare le prove”.
Attento a proporre musica di qualità e spettacoli di indiscusso spessore insieme alla promozione dei giovani talenti, il Drum galà era iniziato facendo conoscere sul palco Luca Formigari, studente 20enne al Conservatorio “Francesco Venezze”, intervistato dal presentatore Saverio Girotto e autore di brillanti esibizioni in “Born to be Abramo” di Elio e le Storie Tese, e poi, durante il “Christian Meyer show”, nei groove di “Parco Sempione”.
Nel finale è arrivata per Christian Meyer la consegna del Drum galà Groove Award 2022, che ha concluso la manifestazione, aperta dai saluti dei rappresentanti di Pro Loco, Avis e Aido comunali di Rovigo, che hanno sostenuto questa edizione insieme a Comune di Rovigo, Asm set, Lanfredini Luigi Srl e Pasta Fracasso.