Care lettrici e cari lettori, questa settimana voglio parlare con voi di un’interessante questione emersa nei giorni scorsi relativamente alla violenza di genere e, più in particolare, al femminicidio.
Come sappiamo, quello della violenza di genere è un fenomeno profondamente radicato nella nostra società e purtroppo i fatti di cronaca lo confermano.
Proprio per questo si è sempre sentita l’esigenza di pensare a strumenti di tutela efficaci.
Nel 2019 è entrata in vigore la Legge n. 69/2019 anche detta “Codice Rosso”, attraverso la quale il legislatore, oltre ad inasprire le pene per il reato di stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, ha introdotto 4 nuove fattispecie di reato quali il reato di diffusione illecita di immagini, o video sessualmente espliciti (anche detto Revenge Porn), il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti, il reato di costrizione o induzione al matrimonio e il reato di violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e ciò nell’ottica di stigmatizzare e prevenire tutte quelle condotte rientranti nel novero della violenza di genere.
Successivamente, con la Legge 168/2023, gli strumenti previsti dal Codice Rosso sono stati potenziati e la loro applicazione estesa.
Tutto questo, però, non è parso sufficiente e si è sentita la necessità di intervenire in maniera più specifica.
In quest’ottica, viene dunque ad inserirsi il disegno di legge approvato il 7 marzo 2025 dal Consiglio dei Ministri che prevede, tra le altre cose, l’introduzione di un apposito reato di femminicidio.
La proposta, in particolare, è quella di inserire un nuovo articolo del Codice Penale che prevede la pena dell’ergastolo per chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità.
Questa, tuttavia, non è l’unica previsione.
Come esplicitato nel comunicato stampa n. 117 del Consiglio dei Ministri, il disegno di legge “appronta un intervento ampio e sistematico per rispondere alle esigenze di tutela contro il fenomeno di drammatica attualità delle condotte e manifestazioni di prevaricazione e violenza commesse nei confronti delle donne”.
Per questo, oltre al delitto di femminicidio, il disegno di legge prevede una serie di ulteriori strumenti volti proprio a predisporre una tutela celere ed efficace per le vittime di violenza di genere, oltre che a garantire alle stesse una maggior considerazione.
A titolo esemplificativo, si prevede che nei casi di “Codice Rosso” la persona offesa sia obbligatoriamente sentita dal Pubblico Ministero, senza possibilità di delega alla P.G., ma anche che la vittima dia il proprio parere, seppur non vincolante, in caso di patteggiamento per reati connessi al Codice Rosso, e che la stessa sia avvisata anche dell’uscita dal carcere dell’autore del reato, a seguito della concessione di misure premiali.
Come detto, si tratta di un disegno di legge e dunque solamente di un “progetto” non ancora entrato in vigore.
COSA NE PENSO IO?
Credo che i propositi del disegno di legge in esame siano sicuramente nobili e meritevoli di plauso, soprattutto per quanto riguarda il tentativo di coinvolgere maggiormente la vittima nelle dinamiche processuali.
Quello che mi chiedo, però, è se la previsione di una nuova fattispecie di reato possa essere un valido deterrente per la violenza di genere e, dunque, un efficace strumento nella lotta contro questo grave fenomeno.
Questa è una rubrica di informazione e divulgazione giuridica che ha il solo scopo di voler contribuire a livello sociale alla conoscenza dei propri diritti in quanto è mia convinzione che solo così è possibile tutelarli efficacemente dal punto di vista legale.
Se avete delle domande o volete propormi un argomento di cui parlare, potete farlo scrivendomi all’indirizzo e-mail dirittoetutela3.0@gmail.com o compilando il form che trovate sul sito www.studiolegalefois.it.
Avv. Fulvia Fois