ROVIGO – “Il biometano fatto bene esiste?” è la domanda a cui intende rispondere il convegno che porta lo stesso titolo, promosso dalla Rete dei comitati polesani a difesa della salute e dell’ambiente per sabato 8 febbraio all’Hotel Cristallo di Rovigo (viale Porta Adige 1). Durante il convegno sarà presentato un manifesto rivolto a sindaci, regioni, province, città metropolitane e al legislatore, la cui premessa è che il coordinamento dei comitati «valuta accettabile la creazione di impianti di piccole dimensioni, alimentati da matrici agricole e zootecniche (non industriali o FORSU, frazione organica del rifiuto solido urbano) che non producano né biometano né digestato, ma compost, e che si muovono entro l’impostazione dell’economia circolare, per cui si ricicla la materia e si utilizzano fonti realmente rinnovabili».
Il convegno nasce dal fatto che sempre più impianti vengono proposti nel territorio veneto e in particolare nel Polesine, a volte suscitando proteste e preoccupazioni da parte della popolazione. A Schiavon, nel Vicentino, nel 2023 è stato inaugurato l’impianto del suo genere più grande d’Europa, lodato anche da Legambiente. Altri progetti hanno invece sollevato le proteste di comitati ambientalisti e dei comuni, come a Vescovana, nel Padovano, a Papozze e Ceregnano, in Polesine, e a Cavarzere, nel Veneziano.
Il Pnrr prevede sostanziosi finanziamenti per realizzare impianti di produzione di biometano in Veneto: 27 milioni di euro solo per i quattro di dimensioni maggiori a Costa di Rovigo, Caorle, Noventa Vicentina e Gazzo Veronese.
Secondo la Rete dei comitati polesani «Non esiste una reale programmazione e l’iter autorizzativo segue strade poco trasparenti e di difficile accesso ai comuni cittadini e pure alle associazioni ambientaliste. Spesso si arriva all’autorizzazione a fari spenti senza informazioni pubbliche».
All’Hotel Cristallo dunque si parlerà «di impatto ambientale e sanitario, del suo aspetto finanziario e industriale e, soprattutto, dell’aspetto democratico negato nei processi autorizzativi» spiegano dalla Rete, con tra gli altri gli interventi del biologo Gianni Tamino, della coordinatrice di Terre Nostre nazionale Maria Grazia Bonfante, con l’agronomo Andrea Bregoli e il medico Adele Pazzi.

Il programma dell’incontro vede una prima sessione con inizio alle 9.30 con Fabio Bellettato, Presidente Italia Nostra, Sezione di Rovigo, per l’introduzione e i saluti. Alle 9.45 Vanni Destro della Rete dei comitati polesani presenterà i relatori. Alle 10 l’intervento di Gianni Tamino sul tema degli impatti ambientali, seguito alle 10.15 da Maria Grazia Bonfante, sulle procedure amministrative e legali. Alle 10.30 Andrea Bregoli affronta il tema dei rapporti con l’agricoltura e alle 10.45 Adele Pazzi quello degli effetti sanitari.
Dopo una pausa, alle 11.15 la seconda sessione sarà inaugurata da Chiara Ficarelli, che presenterà una mappa degli impianti e dei progetti di insediamento di biometano nel Polesine. Alle 11.30 Gianni Bregolin parlerà dei rapporti con il territorio e le sue amministrazioni locali, alle 11.45 Lucia Pozzato introdurrà il tema dei rapporti con il territorio e i comitati polesani e di altre province e regioni, con testimonianze di coordinatori dei comitati presenti.
Alle 12 Gianni Bregolin presenterà il Manifesto, a seguire spazio alle domande del pubblico e alle conclusioni.
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