L'ex primario Francesco Mollo per l’associazione 50&Più di Confcommercio Rovigo, moderato dal medico di base Roberto Turrini

ROVIGO – E’ partita la rassegna di incontri dedicati alla Salute dell’associazione 50&Più di Confcommercio Rovigo (LEGGI ARTICOLO) con il primo dei quattro incontri dedicato al diabete, che ha visto come relatore Francesco Mollo, ex direttore dell’unità operativa complessa di Diabetologia e malattie metaboliche per l’Ulss 5 Polesana.

Da poco in pensione, l’ex primario ospedaliero continua la sua attività medica come libero professionista e si dedica alla divulgazione, anche a scuola, perchè “il diabete è una malattia cronica multisistemica con 22 parametri di controllo da monitorare che incide in maniera estremamente significativa sulla società e sui costi sociali del Sistema Sanitario Nazionale“.

Dopo i saluti del Presidente di 50&Più Associazione di Rovigo Giancarlo Destro, di Daniela Guagliumi, Coordinatrice di Cupla Provinciale e segretaria Provinciale di Cna Pensionati, oltre a quelli di Ferdinando Ferro, Vice presidente di Confcommercio provinciale di Rovigo, la serata è stata condotta da Roberto Turrini, medico di medicina di base, che si è occupato della individuazione dei temi della rassegna degli incontri sulla base della sua esperienza professionale a contatto con la popolazione polesana.

Francesco Mollo nell’esporre la patologia particolarmente complessa del diabete parte dai numeri registrati di pazienti: 4 milioni di persone con il diabete in Italia con +350.000 nuovi casi l’anno, con incidenza di circa il 6% della popolazione italiana.
Il 13% dei pazienti registra gravi complicazioni legati al diabete, dalla vista, al cuore, a disturbi neuropatici, anche se la comorbilità più importante, spesso fatale, è legata a patologie cardiovascolari.
L’impatto sociale più importante riguarda l’aumento dei ricoveri, la quantità di farmaci consumati dai pazienti diabetici, il numero delle visite, i tempi di degenza sempre più lunghi rispetto ad un paziente non diabetico. La malattia è estremamente impattante sul SSN, motivo per cui la prevenzione diventa più importante della cura stessa.

In Veneto, dalle relazione regionale del 2024 riferita ai pazienti del 2023, si registra una incidenza maggiore della media nazionale, perché l’attività amministrativa in Veneto è superiore alle altre regioni, quindi il censimento dei casi è più accurato. Circa 300.000 le persone con diabete, con il 60% dei pazienti con altre patologie associate.

Le abitudini ed i fattori di rischio vedono i maschi più esposti rispetto alle donne. Tabacco, alcool, qualità e quantità del cibo, sedentarietà, sovrappeso, colpiscono il 41% dei pazienti maschi.
Il diabete è spesso uno stigma di disuguaglianza sociale: la difficoltà economica, l’ansia, è un maggior rischio a cui si aggiunge quasi sempre l’ipertensione ed altre patologie croniche di origine metaboliche. Il diabete è una malattia che, escluse le cause genetiche, che sono una piccola minoranza, si radica per una questione sociale e culturale, traendo origine da scelte di vita e di alimentazione non salutari. L’85% dei casi di diabete è nell’adulto, ed è tipo II. Genetica ed autoimmunità sono responsabili della minoranza degli altri casi. Dei 300.000 pazienti i due terzi sono sopra i 65 anni di età, mentre sopra i 75 anni 1 persona su 4 è sempre affetta da diabete. Una patologia quindi più frequente con l’invecchiamento.

In Polesine i diabetici sono 16-18.000, un punto percentuale superiore alla media regionale motivato da una anzianità più elevata. “Abbiamo intercettato un maggior numero di persone con diabete – commenta Mollo – anche grazie al dialogo con i medici di base ed i protocolli di vigilanza attivati che hanno consentito, per esempio, di ridurre le amputazioni di una complicanza cosiddetta del “piede diabetico” del 75% negli ultimi 10 anni”.
La comorbilità in Polesine vede in media ulteriori due patologie croniche aggiunte al diabete, un vero e proprio caleidoscopio di casi clinici.

L’attenzione trasferita dal dottor Mollo ai presenti è quella per il controllo del valore di glicemia nel sangue, che deve essere inferiore a 126 a  diugiuno o a 200 con una indagine casuale nel corso della giornata, anche durante o dopo un pasto. Valori più alti sono indice di malattia. In gravidanza la donna abbassa la glicemia a 92 e deve fare attenzione a quello che viene definito diabete gestazionale.
32 le classi di farmaci per curare il diabete sviluppate negli ultimi 30 anni che non aiutano solo il pancreas, che nei diabetici non produce sufficiente insulina, ma tanti altri organi che hanno a che fare con i livelli di glicemia. Si parla infatti di una malattia multiorgano che riguardano l’intestino, il cervello, i reni, il fegato.

Una diagnosi precisa aiuta a capire il problema principale e la classe di farmaci da usare per curare la malattia. L’Aifa ha approvato nel 2025 tre nuovi farmaci per i diabetici e la tendenza è quella di andare verso farmaci in mono somministrazione su base settimanale, piuttosto che più volte al giorno.
“Se sei obeso è colpa tua, mangi troppo e consumi troppo poco” si dice alle persone in sovrappeso. Non è sempre così nei pazienti diabetici perché il sistema di autoregolazione si perde con la malattia. L’obesità diventa quindi una malattia patologica e può essere curata con le sostanze che agiscono sul cervello per regolare il senso della fame. Il diabetico ha un malfuzionamento in questo senso tra proteine ed ormoni, presenta un organismo disfunzionale che merita una attenta correzione, ma bisogna capire come.

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Recenti studi clinici hanno posto l’attenzione sul tessuto adiposo denominato bruno, responsabile della produzione di energia e dispersione di calore.L’esercizio fisico aerobico produce la irisina per la trasformazione del tessuto adiposo da bianco a bruno, e con una diminuzione anche solo del 15% del peso corporeo si avvia un processo di remissione dal diabete. 

Attenzione – sottolinea Mollo – remissione non è ritorno alla normalità, bisogna continuare a prestare massima attenzione alla insulinoresistenza e fugare il dubbio di difetti genetici.

L’importanza della alimentazione è un dato fuori discussione: 42 studi internazionali diversi dicono che su base media se raddoppio i cerali integrali e le fibre vegetali, dimezzo la percentuale di insorgenza di malattie gravi di qualsiasi tipo.
A questi si aggiungono studi relativi al comportamento “giorno notte” per la cura del diabete con riposo regolare e di qualità, senza apnee notturne, con base statistica a favore dello svegliarsi presto ed andare a letto presto; ma anche studi relativi alla interruzione della sendentarietà anche con pochi passi ogni 45 min, anche al lavoro.

Nell’anziano, infine, la complessità del controllo del diabete aumenta perché in genere la malattia è presente da lunga data. “Serve un approccio personalizzato e multi settore da parte degli operatori. Dalla fisioterapia, all’assistente sociale, alla compagnia, all’aiuto. Una grande sfida per le associazioni di volontariato” ha concluso Francesco Mollo.

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