Oltre ai costi diretti ci sono tutti quelli indiretti ed i mancati incassi. Per Federico Frigato si superano i 250.000 euro senza avere un ritorno di visibilità per il capoluogo

RIVIGO – Il ciclismo è, senza dubbio, uno degli sport che più sanno trasmettere emozioni. Fatica, sudore, cadute e, ancora, discese, scatti, braccia al cielo, traguardi – in una visione romantica – hanno saputo rappresentare le gioie ed i dolori della storia d’Italia. Della nostra storia.

Il Giro d’Italia rimane una grande festa. Una carovana viaggiante che porta con sé colore (il rosa), musica e festa, è, naturalmente, un evento mediatico che coinvolge sponsor, pubblicità e media importanti. E tutto questo ha un costo.

“La Sindaca Valeria Cittadin e la sua giunta hanno espresso da subito l’ambizione, il desiderio che Rovigo, sotto la loro guida, fosse tappa del Giro d’Italia” afferma Federico Frigato, capogruppo in consiglio comunale della lista civica Rovigo Si Ama.
“L’organizzazione dell’evento fa capo ad una società collegata all’editore della Gazzetta dello sport (da cui il colore rosa) e di molte altre testate giornalistiche e televisive. Basta andare nel sito ufficiale del Giro d’Italia e, se sei un legale rappresentante di un Comune, di una Regione o di un altro Ente Promotore, puoi compilare un form che ti dice: “Diventa città di tappa”. Facile. Nulla di straordinario.

Se il Comune viene scelto (mi sfugge il come) si impegna nei confronti della suddetta società, attraverso una convenzione ed al collegato rapporto tecnico in cui sono messi nero su bianco i reciproci rapporti, le rispettive competenze e responsabilità.

Il giorno 20/03 saremo chiamati in consiglio comunale a votare la proposta di delibera n. 24 che prevede variazioni al bilancio per destinare diverse centinaia di migliaia di euro (379.806,16 €), ad una serie di spese tra le quali la voce “Servizi per organizzazione Giro d’Italia – 100.000,00 €).

Ho pensato ad un errore. – dichiara Frigato – Ricordavo di aver letto negli anni passati che, quando il Giro era transitato per Rovigo, il Comune – al di là delle asfaltature di rito (che diventano una vera e propria manna) – avesse sostenuto con la stessa società organizzatrice, spese sull’ordine dei 3.000,00 € più qualche altra spesa per interventi collegati (rimozione cassonetti, ecc..), rimanendo su cifre non distanti dai 5 mila euro.

Visionando gli atti collegati alla delibera di consiglio trovo una lettera interna a duplice firma del dirigente attuale allo sport e del Vice sindaco Bimbatti, con la quale chiedono “l’assegnazione di un primo importo di €. 100.000,00” per il Giro d’Italia. Primo? E qui, devo ammettere, sono riusciti a solleticare la mia curiosità.

A quel punto mi imbatto nella convenzione citata. Il Comune si impegna per 150.000,00 più IVA (che in questi casi è al 22% e quindi 183.000 €) con la società da corrispondere al termine dell’evento. Ma accanto a questo ci sono una moltitudine di attività che il Comune deve garantire: fornire assistenza medica, servizio di polizia locale e ordine pubblico, attività di sicurezza e safety, pulizia, spostamenti di strutture, compresi dehors di alcuni locali del centro (gliel’hanno comunicato?), utenze, cartellonistica e transennatura (senza pubblicità), allestimento dell’area, l’occupazione di spazi (Piazza Vittorio, Piazza Duomo, Piazzale di Vittorio, area sede di ASM, area dei Cappuccini e tutte le vie collegate). A questo si aggiungano i mancati introiti dai parcheggi. Non serve essere maghi per dire che la spesa si avvicinerà ai 250 mila euro!

Bene. Ma è una festa e la città ne ottiene una grande promozione e visibilità. Sono d’accordo e, allora, mi vado a guardare il sito ufficiale del Giro d’Italia. C’è un video di 9 minuti che mostra – con riprese a volo d’uccello – le varie tappe e le città. Attendo impaziente la tappa 13, quella di Rovigo ma, con grande sorpresa non la vedo. Rovigo non c’è! Guardo un altro video “Città in Rosa” con i monumenti illuminati con i colori del giro e, neanche lì Rovigo c’è. In una carrellata di foto (“Le città del Giro si sono tinte di Rosa”) senza indicazioni e nomi del monumento interessato, si scorge pallida la Rotonda.

Allora vado nella sezione “le Regioni del Giro”, clicco sul Veneto e trovo un elenco delle bellezze della nostra Regione: dal mare ai monti, le colline, le terme, le città d’arte. Si parla di tutto ma Rovigo non c’è.

Il Giro è una grandissima opportunità. Costosissimo, ma pur sempre momento di visibilità e promozione. Vero! Solo se ci fosse una Giunta capace di farsi rispettare e chiedere che quanto è previsto già al momento dell’autocandidatura (Vantaggi nel breve periodo: aumento livello di spesa e consumi. Incremento occupazione, sostegno/collaborazione partner locali – Vantaggi nel medio-lungo periodo: visibilità e copertura mediatica. Incrementare richiesta turistica. Promozione e valorizzazione del territorio e delle eccellenze locali) venga messo in atto, vista la spesa che la collettività sostiene per questo evento.

Altri Comuni, negli anni scorsi, accanto all’accordo con la società promotrice, hanno investito in iniziative collegate alla propria realtà, al proprio tessuto associativo e culturale.

Ma alla sindaca Cittadin, a Bimbatti e compagni di giunta interessano solo le foto, salire sul palco, fare festa. Non hanno la minima idea di come valorizzare la città, come promuoverla davvero con progetti permanenti che ridiano al capoluogo l’importanza che merita e che manca da troppi anni.

Senza un progetto serio di rilancio culturale e turistico non usciremo mai dal cono d’ombra in cui siamo relegati. Nonostante il fascino del Giro d’Italia” conclude il capogruppo di Rovigo Si Ama.

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