1.053 No al piano industriale di Iras Rovigo che appalta ai privati

La Cgil Rovigo trasmette la raccolta firme in Polesine per il mantenimento di Iras come struttura pubblica in Regione del Veneto ed in Comune a Rovigo nella speranza che il commissario regionale modifichi la volontà di appaltare la gestione del servizio

ROVIGO – Pochi giorni fa sono è stata inviata formalmente alla Giunta Regionale del Veneto ed all’amministrazione comunale di Rovigo, oltre che ai rispettivi presidenti del consiglio regionale e comunale, la seconda parte di firme che la Cgil Rovigo ha raccolto a sostegno della petizione popolare sulla salvaguardia di Iras come struttura pubblica, dal titolo “Obiettivo comune: salvare Iras”, ne danno notizia Pieralberto Colombo, segretario generale di Cgil Rovigo, Nicoletta Biancardi dalla segreteria Generale di Spi Cgil Rovigo e Davide Benazzo, segretario gerale di FP Cgil Rovigo.

“Tra il primo invio (avvenuto il 03 luglio scorso alla vigilia del Consiglio Comunale di Rovigo, decisivo per le sorti di Iras) ed il secondo invio di fine agosto 2023 le firme raccolte sono state in totale 1.053 in soli poco più di due mesi – comunica la Cgil Rovigo – Oltre mille cittadine/i e lavoratori, pur in un tempo ristretto, hanno quindi voluto esprimere liberamente il proprio forte appello perché Iras resti un patrimonio pubblico di tutta la comunità polesana, in grado di garantire un efficiente servizio universale di assistenza e cura. Che è quanto abbiamo sempre sostenuto e chiesto in ogni sede come Organizzazioni Sindacali”.

“Auspichiamo davvero che questo forte “appello” di tante persone possa essere di stimolo per far riprendere nei fatti il dialogo tra Regione Veneto e Comune di Rovigo al fine di preservare Iras come Ente pubblico. Dialogo totalmente scomparso invece dopo il 04 luglio scorso, nonostante i tanti proclami.

Continuiamo a dire che la sempre più probabile privatizzazione del servizio (LEGGI ARTICOLO sul piano industriale del Commissario regionale Tiziana Stella) rischia di diventare anche un pericoloso precedente per altre strutture pubbliche che vivono difficoltà simili a quelle di Iras e ciò è inaccettabile.

Per tali motivi – insieme a tante cittadine e cittadini, lavoratrici e lavoratori – continueremo a fare tutto ciò che è possibile per salvaguardare Iras come bene pubblico.

Al tempo stesso, metteremo comunque in campo ogni azione per salvaguardare le attuali condizioni contrattuali e di reddito (messe in discussione da una privatizzazione del servizio) di chi ha lavorato e tutt’ora lavora in tale Ente, pur tra mille difficoltà, con estrema professionalità ed impegno costante a favore delle persone più fragili della nostra comunità” concludono Colo,bo, Biancardi e Benazzo.

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